Aristotele

Il contenuto di questo sito non sostituisce il libro di testo (da portare in classe)

Testo adottato: "L'ideale e il reale", Nicola Abbagnano e Giovanni Fornero

DICEMBRE 2016 E GENNAIO 2017: ARISTOTELE UNITA' 4

Prima di parlare di Aristotele, ricordiamo il filosofo polacco Zygmunt Bauman scomparso il 9 gennaio 2017, nato il 19 novembre del 1925, teorico della "società liquida": l'uomo postmoderno conduce una vita sempre più frenetica, costretto ad adeguarsi alle abitudini della massa.

Zygmunt Bauman fotografato al Festival della filosofia del 2015


Per il liceo linguistico: (ACCESSO CON PASSWORD) leggere insieme, e ASCOLTARE, in inglese, la lezione online tratta dal libo di testo: da Pearson, Archivio, CLIL Ancyent Phlosophy in English


ARISTOTELE


VIDEO di circa 3 minuti
                                                                            
Aristotele, affresco, particolare tratto da "La scuola di Atene", Raffaello, 1509-1511, Stanza della Segnatura Città del Vaticano


Contesto storico: è un periodo di profonda crisi per Atene, che si traduce nel venir meno della passione per la politica e nella maturazione di interessi conoscitivi ed etici.




CAPITOLO 1
VITA, OPERE E DIFFERENZE CON PLATONE (da pag. 228 a pag. 236)

VITA
Aristotele nasce nella penisola Calcidica a Stagira, nel 384 a.C.: Socrate era morto 15 anni prima, nel 399 a.C., e Platone aveva aperto l'Accademia l'anno prima, nel 385.
Nel 366, quando ha 18 anni, Aristotele viene mandato a studiare ad Atene all'Accademia di Platone, dove rimane per 20 anni suo discepolo, fino al 346 a.C., cioè fino alla morte del maestro.
Nel 342 a.C. diventa precettore del figlio tredicenne di Filippo di Macedonia, Alessandro, futuro Alessandro Magno.
Nel 335 a.C. fonda, ad Atene, una scuola detta il "Liceo", così chiamata perché consacrata ad Apollo Licio (ossia Ἀπόλλων Λύκειος , Apollōn Lukeios, protettore dei lupi, da λύκος lupo), detta anche "scuola peripatetica" (da "perìpatos" περίπατος "percorso") dal percorso intorno all'edificio lungo il quale Aristotele ama passeggiare e discutere.



VIDEO, di circa 5 minuti                                       Oppure    VIDEO, di 10 minuti  Aristotele 
     








   





    VIDEO, di 8 minuti Aristotele: Potenza e atto
    


OPERE
I suoi scritti si dividono in

scritti essoterici destinati al pubblico (dal greco exo, significa fuori), e quasi totalmente perduti: di questi non sono rimasti che pochi frammenti tramandati attraverso testimonianze e citazioni di altri autori

scritti esoterici acroamatici destinati alla sola cerchia dei discepoli della sua scuola (dal greco eso, significa dentro; acroamatici=ascoltatori da acroama=lezione orale).
Tutti gli scritti esoterici vanno sotto il nome di Corpus Aristotelicum riuniti insieme dagli alunni. 
L'ordine cronologico degli argomenti non è quello reale: sotto lo stesso titolo sono riportati scritti di epoche differenti. 
Gli argomenti sono i seguenti:
-  scritti di logica (noti sotto il titolo di "Organon". Il "Corpus aristotelicum" si apre con L'"Organon");
-  scritti di "filosofia prima" (che studia l'essere), composti da 14 libri titolati "Metafisica" da Andronico di Rodi nel 40-20 a.C., data in cui gli scritti vengono catalogati e così denominati perché venivano "dopo" (μετά) gli scritti di fisica;
-  scritti di fisica, matematica e psicologia, scienze naturali; 
-  scritti di etica, politica, retorica, poetica, economia.
 
 
DIFFERENZE TRA PLATONE E ARISTOTELE
Platone vedeva la filosofia come preparazione alla vita politica, aveva una concezione del mondo gerarchica, verticale, e dualistica; vedeva la filosofia come esercizio di sapienza; aveva propensioni per la matematica.  
Aristotele, invece, vede nella filosofia una conoscenza disinteressata del reale; non ha una concezione dualistica: la realtà è sinolo (unione) di materia e forma (dal greco σύν «con» e ὅλος «tutto»che sono inscindibiliIl suo studio è empirico (dal greco ἐμπειρία «esperienza») cioè parte dall'esperienza sensibileha propensione per le scienze naturali (figlio di un medico).




CAPITOLO 2
LE SCIENZE E L'ESSERE, LE 4 CAUSE, DIO, LA LOGICA (da pag. 237 a pag. 279)

LE SCIENZE E L'ESSERE (da pag. 237 a pag.251)
Con Aristotele la filosofia si configura per la prima volta come SCIENZA, e non come ascesi dell'anima alle idee come voleva Platone, e si articola in un sistema di rami che comprende:

1) Le Scienze teoretiche 
Hanno come scopo la conoscenza disinteressata, cioè studiano l'essere.
Le Scienze teoretiche, quindi comprendono:
a) la filosofia prima, o scienza prima, che studia le cause e i principi primi, l'essenza delle cose, cioè l'essere in quanto esseree Dio;
b) la fisica che studia i corpi e i loro movimenti, cioè l'essere in quanto divenire, mutamento;
c) la matematica che studia i numeri e le figure geometriche, cioè i principi dell'essere inteso come quantità.

2) Le Scienze pratiche
Sono dette "pratiche" perché studiano l'agire umano,cioè le azioni e i comportamenti dell'uomo.
Comprendono:
a) l'etica;
b) la politica

3) Le Scienze poietiche
Dal greco poièo ποιέω= "faccio", "creo". Le scienze poietiche, quindi, riguardano la produzione di qualcosa, di oggetti.
Comprendono:
a) la poesia;
b) l'arte in generale.

Scienze teoretiche
a) Filosofia prima

La filosofia prima è trattata nella raccolta di 14 libri che va sotto il nome di "Metafisica" (così titolata, "Metafisica", non da Aristotele ma, tre secoli dopo, cioè nel 40-20 a.C., da Andronico di Rodi perché questi scritti di "filosofia prima", in cui si parla dell'essere, venivano "dopo" (μετά) gli scritti di fisica). E' la più alta scienza. Essa si occupa delle realtà che stanno al di sopra di quelle fisiche. Indaga:
- l'essere in quanto essere 
- l'essere come sostanza divina cioè Dio. 
Col termine "ESSEREAristotele indica una realtà polivoca cioè con vari significati. Così scrive: l'"essere si dice in molti sensi".
E infatti Aristotele individua diversi significati dell'essere:
essere come sostanza  
essere come categoria (di cui la sostanza è la prima categoria) 
essere come accidente
essere come potenza e atto
essere come sinolo di materia e forma 

Essere come sostanza
Esistono 3 generi di sostanza: 2 di natura sensibile, (sublunari e sopralunari), (le sostanze che nascono e periscono e che sono quindi corruttibili e che Aristotele definisce sublunari, e le sostanze incorruttibili che sono i cieli, i pianeti e le stelle e che Aristotele definisce sopralunari) e 1 di natura soprasensibile (sostanza immobile, eterna e trascendente che è Dio o Motore Immobile).

ATTENZIONE: Nel libro VII della "Metafisica" Aristotele scrive: "Che cos'è l'essere? Significa questo: che cos'è la sostanza?" Per Aristotele, dunque, essere e sostanza sembrano identificarsi. 
Infatti, nella sostanza, (in greco: ousìa participio presente di εἰμί "io sono"; e, sempre in greco, "to hypokéimenon" "ciò che giace sotto"; e dal latino "substantia" "ciò che sta sotto") Aristotele individua la struttura ontologica immanente delle cose: di un uomo, di un albero, di un sasso ecc...
ESEMPIO:
La sostanza è "l'individuo concreto". Sostanza è "questo" uomo, "questo qui", "tòde ti", che ha vita propria, è quest'uomo; quest'albero; questo animale; è questo uomo qui con le sue caratteristiche precise "(indipendentemente dalle qualità momentanee. La sostanza resiste al divenire e alla molteplicità. Es Marco è sempre Marco, sia da bambino che quando diventa anziano benché cambi la statura, cambi il colore dei capelli ecc.. Ciò che di Marco resiste, Aristotele lo chiama sostanza)".
Il soggetto sostanziale, il "questo qui", è un ente autonomo che, a differenza delle qualità che gli si riferiscono, e che Aristotele chiamerà categorie, ha vita propria, esiste di per sé

Essere come categoria 
Aristotele precisa che tutte le cose esistono in quanto possiedono l'essere ma nello stesso tempo sono diverse tra loro perché hanno caratteristiche diverse. Queste caratteristiche diverse Aristotele le raggruppa e le chiama categorie (dal greco katà agoreuein κατά ἀγορεύειν parlare contro): "categoria" come "predicato". 
Per Aristotele le categorie sono 10: sostanza, qualità (bianco o nero), quantità (lungo o corto), relazione (maggiore o minore di), luogo (in piazza, a scuola) tempo (ieri, oggi), posizione (in piedi, sdraiato), azione (cammina, dice), condizione (è armato, scalzo), patire (ciò che si subisce -che quindi riguarda i verbi passivi). Di queste 10 categorie la prima, cioè la sostanza, è la più importante perché esiste di per sé, e ad essa tutte le altre categorie si riferiscono: nulla si può predicare senza il predicato della sostanza. 
ESEMPIO:
L'uomo corre (sostanza + categoria dell'azione).

Leggere insieme a pag. 267 "Verso la sostanza: le categorie e il principio di non contraddizione. LE CATEGORIE", tratto dalla "Metafisica" di Aristotele


Ridiamoci sopra!
 

Essere come accidente
Esistono 2 tipi di essere come "accidente" (dal latino "accidere" accadere, e dal greco symbebekòs: ciò che accade insieme a):
1) accidente casuale
2) accidente per sé.
Il primo è un essere non necessario ma soltanto possibile, che può accadere ma anche non accadere: è una caratteristica casuale, fortuita. 
ESEMPIO: Socrate non può cessare di essere uomo, mentre può essere pallido, o malinconico o allegro. Pallido o malinconico o allegro non rientra nella definizione del soggetto ma può essere una caratteristica fortuita del soggetto: è un accidente casuale. 
L'accidente per sé, invece, è una qualità legata alla definizione dell'ente
ESEMPIO: un triangolo ha gli angoli interni uguali a due angoli retti, cioè a 180 °: questo è un accidente, ma è un accidente che appartiene al triangolo non per un caso. 

Essere come potenza e atto
L'essere come potenza e come atto implica il concetto del divenire.
Parmenide aveva dichiarato che il divenire è un qualcosa di logicamente impensabile poiché implica un passaggio dall'essere al non essere.
Aristotele invece ritiene che il divenire non implica alcun passaggio dal non essere all'essere o viceversa, ma semplicemente un passaggio da un certo tipo di essere a un altro tipo di essere.
Esso rappresenta inoltre la traduzione in senso ontologico del divenire biologico-naturale.
La potenza indica la possibilità della materia di assumere una determinata forma (quella e soltanto quella).
L'atto, invece, è la realizzazione di tale possibilità-capacità che Aristotele chiama anche entelechìa.
Entelechia deriva dal greco: ἐντελέχεια composto da en ἐν (dentro) + τέλος (fine), ed è la meta finale verso la quale ogni ente tende.
ESEMPIO (esempio tratto dal mondo organico): il seme è in atto un seme e in potenza una pianta.
ALTRO ESEMPIO, tratto non dal mondo organico: La statua è l’atto che si trova in potenza nel blocco di marmo.
Ciascuna cosa è atto e potenza insieme. ESEMPIO: il pulcino è potenza rispetto alla gallina e la gallina è atto. Ma il pulcino può essere anche atto se lo consideriamo rispetto all'uovo (Se ne deduce che una stessa cosa può essere atto e potenza insieme).

                      
 potenza rispetto al pulcino  atto rispetto all'uovo              atto rispetto al pulcino
                                         potenza rispetto alla gallina

Ridiamoci sopra!
  

Il 12 marzo 2019 le studentesse O. e P., a.s. 2018/2019, hanno presentato alla classe Aristotele, in PowerPoint riportato, insieme ai lavori degli altri studenti, in fondo alla pagina  

Il 12 marzo 2019 la studentessa D.M, a.s. 2018/2019, ha presentato alla classe Aristotele, in PowerPoint riportato, insieme ai lavori degli altri studenti, in fondo alla pagina

Il 13 marzo 2019 la studentessa O.P., as 208/2019, ha presentato alla classe Aristotele, in lingua inglese. Il lavoro è riportato, insieme ai lavori degli altri studenti, in fondo alla pagina 

Il 13 marzo 2019 la studentessa G.M, a.s. 2018/2019, ha presentato alla classe Aristotele, in PowerPoint riportato, insieme ai lavori degli altri studenti, in fondo alla pagina  


LE COSE DI OGNI GIORNO RACCONTANO SEGRETI
A CHI LE SA GUARDARE ED ASCOLTARE



Essere come sinolo di materia e forma
Dire "potenza e atto" equivale a dire "materia e forma" perché la materia (in greco hyle ὕλη) come ente capace di acquisire una forma è potenza, e la forma (in greco èidos εἶδος), come ente capace di determinare la materia, è atto. 
ESEMPIO: il blocco di marmo è in potenza la statua, e la statua è il blocco di marmo in atto, ma si può anche dire che il blocco di marmo è la materia e la statua la forma.
Nella realtà non esistono né la forma né la materia separatamente prese, perché la realtà è sempre sinolo (dal greco σύν «con» e ὅλος «tutto»di materia e forma.
Per il passaggio dalla potenza all'atto Aristotele introduce il concetto di privazione: il bronzo, sinolo di materia e forma, diventa statua per il sopraggiungere di un'altra forma di cui il bronzo anteriormente era privo.

Leggere insieme a pag. 271 "La sostanza come sinolo", tratto dalla "Metafisica" di Aristotele

LE 4 CAUSE  
All'argomento sulla potenza e sull'atto, e sulla materia e la forma si collega l'argomento delle cause perché ogni mutamento presuppone una causa.
Secondo Aristotele non possiamo pensare nulla se non abbiamo:
- una materia di cui è fatta una cosa;
- una forma che definisce la cosa;
- una causa efficiente che fa sì che la cosa sia generata;
- un fine al quale ciascuna cosa tende.
Questi 4 elementi sono chiamati da Aristotele CAUSE:
Esempio classico della statua:
In una statua di bronzo
- il bronzo costituisce la CAUSA MATERIALE;
- la forma assunta dalla statua costituisce la CAUSA FORMALE;
- lo scultore costituisce la CAUSA EFFICIENTE (O AGENTE);
- la venerazione della divinità rappresentata nella statua è la CAUSA FINALE, è il fine verso il quale la cosa tende.
Causa materiale e causa formale sono inscindibili dalla "cosa".
Causa efficiente e causa finale sono estrinseci alla "cosa causata".
Nel mondo organico, cioè biologico, naturale, la causa finale è meno evidente.
Nell'esempio della statua la causa efficiente è evidente (lo scultore) ed è esterna all'oggetto, mentre la causa finale in natura è all'interno stesso della natura (cioè dell'oggetto).
ESEMPIO: lo scopo finale dell'uomo qual è? E' "essere uomo".

Ridiamoci sopra!



Pausa 
Una finestra sull'arte ... con attualizzazione
Dopo aver guardato le immagini e il video dell'artista Jason deCaires Taylor, immaginando di essere ARISTOTELE spieghiamone le categorie e le 4 cause, focalizzando l'attenzione sulla CAUSE FINALE: qual è la CAUSA FINALE di tutte le opere realizzate dall'artista? 
(Quantità, qualità, relazione, luogo, tempo, posizione, azione, condizione, patire, sostanza)

                  

Foto a sinistra: il sindaco di Firenze Dario Nardella fotografato a piazza della Signoria durante la "settimana michelangiolesca"

Foto a destra: "Ocean Atlas", scultura sott’acqua, nel mare delle Bahamas, a Nassua. 
La scultura è alta 5 metri e larga 4. Pesa 60 tonnellate. 
L’artista è Jason deCaires Taylor. Nato nel 1974 da padre inglese e madre della Guyana, Taylor si è laureato al London Institute of Arts nel 1998 con un BA Honors in Sculpture. 
Ha impiegato un anno per progettare e costruire l'opera "Ocean Atlas", fatta a strati e assemblata sott'acqua.

in inglese con sottotitoli in italiano
   


Il 22 febbraio 2018 la studentessa A. a.s. 2017/2018, ha presentato alla classe Aristotele, in PowerPoint riportato, insieme ai lavori degli altri studenti, in fondo alla pagina  


Il 23 marzo 2018 la studentessa F. a.s. 2017/2018, ha presentato alla classe Aristotele, in PowerPoint riportato, insieme ai lavori degli altri studenti, in fondo alla pagina

DIO
Ciò che esiste nel mondo è sempre materia formata.
Ma di questa materia formata, ogni mutamento delle forme e quindi ogni movimento presuppone una causa, ma poiché è impossibile un processo all'infinito (una causa che presuppone una causa che a sua volta ne presuppone un'altra e così via), è necessario presupporre:
una materia prima (non formata cioè priva di determinazioni) che quindi è FORMA PURA, ATTO PRIMO, MOTORE IMMOBILE: Dio. 
Ma, a questo punto, la domanda: 
Come può muovere qualcosa un motore che, per suo conto, è immobile?
Secondo Aristotele esso non muove come causa efficiente, cioè comunicando un impulso, ma come causa finale, cioè come oggetto d'amore, in modo analogo a quello in cui l'oggetto amato, pur rimanendo immobile, determina il movimento dell'amante verso di sé (Dio esercita una forza calamitante sul mondo).  

                         







                                                                                       NO                                                                      SI'

              


Lettura tratta dal testo "Storia della filosofia" vol 1, F. ADORNO, T. GREGORY, V. VERRA, PAG 183, da "LA FISICA", di ARISTOTELE


LA LOGICA (da pag. 252 a pag. 261) 
Il termine "logica" (λόγος parola, discorso) non è di Aristotele ma, probabilmente, degli stoici.
Quella che noi oggi chiamiamo "logica" di Aristotele era definita, da lui, "analitica".
Aristotele si occupa della struttura del discorso e del ragionamento, intendendo questo suo studio non una scienza a sé stante ma uno strumento che serve, come metodo, a tutte le scienze. 
L'argomento è trattato nell'"Organon", titolo dato non da Aristotele ma da Alessandro di Afrodisia che insegna ad Atene nel 198-211 d.C., e che è il commentatore di Aristotele per eccellenza. 
L'Orgnon è composto da 6 parti:
- Le Categorie (1 libro);
- Le Interpretazioni (1 libro) (ermeneutica);
- Gli Analitici primi (2 libri);
- Gli Analitici secondi (2 libri);
- I Topici (8 libri);
- Le Confutazioni (1 libro).
Secondo Aristotele gli oggetti del discorso sono:
- i concetti;
- le proposizioni;
- il ragionamento

Concetti
Il concetto è un oggetto del discorso al quale corrisponde un ente della realtà: ad esempio il concetto di uomo, il concetto di animale ecc... (i concetti sono i "mattoncini" fondamentali). (Nella nostra analisi grammaticale il concetto di Aristotele corrisponde al "nome comune di cosa" e al "nome comune di persona").
I concetti sono disposti in una scala di maggiore o minore universalità, e classificati mediante rapporti di "genere" e "specie" (la specie è un concetto che ospita un numero maggiore di dettagli, ma è riferito a un numero minore di enti): 
Ogni concetto è sia contenuto che contenente: contenuto di un concetto più universale che nella scala è sopra, ma anche contenente di concetti meno universali (si pensi a una matrioska)

  

  

ESEMPIO: il quadrilatero (genere)

La scala è la seguente:



poligoni
quadrilateri (specie rispetto ai poligoni ma è genere rispetto ai quadrati)
quadrati (specie infima, rispetto al quadrilatero)




Comprensione ed estensione
Il quadrilatero ha un DETTAGLIO in più rispetto ai poligoni, e quindi si riferisce a un numero minore rispetto a quello dei poligoni, e quindi è specie rispetto ai poligoni.
Ma il quadrilatero è anche genere: è genere rispetto al quadrato (perché il quadrato ha un numero maggiore di caratteristiche - 4 lati uguali e 4 angoli retti - rispetto al quadrilatero).
Nell'esempio sopra, si può anche dire che il quadrilatero ha una minore estensione rispetto ai poligoni ma ha una maggiore comprensione, sempre rispetto ai poligoni.
La scala dei concetti percorsa dall'alto in basso (genere/specie) offre un progressivo aumento di comprensione e una progressiva diminuzione di estensione fino a giungere al concetto di una specie che non ha sotto di sé altre specie: tale specie è detta "specie infima" o "sostanza prima" o "soggetto" cioè da un punto di vista ontologico non ne può esistere un'altra (è "questo uomo qui", è "questo cavallo qui") e da un punto di vista logico non può essere usato come predicato di un soggetto.
Se, invece, la scala viene percorsa dal basso verso l'alto, si arriva ai "generi sommi" che sono le categorie

Proposizioni
Aristotele parla della proposizione nel libro "Le interpretazioni".
La proposizione è un "enunciato apofantico", (dal greco ἀποϕαίνω dichiaro) ossia una dichiarazione (che può essere vera o falsa) costituita da un ente (soggetto) più il verbo, cioè è un'espressione linguistica di senso compiuto. 
Attenzione: l'enunciato apofantico è una dichiarazione, e non una preghiera o un comando o un'esclamazione!  
ESEMPIO di enunciato apofantico o proposizione dichiarativa: "Socrate corre".
L'enunciato apofantico o proposizione dichiarativa può essere vera o falsa sicché, se dico "Socrate corre", può essere vero ma anche falso, se non sta correndo. 

Aristotele definisce le proposizioni dichiarative complesse costituite da 4 elementi:
1) da un quantificatore (universale o particolare): tutti (oppure ogni), nessuno, / qualche (oppure alcuni);
2) da un termine che fa da soggetto (S);
3) da una copula;
4) da un termine che fa da nome del predicato.

Aristotele, inoltre, divide tali proposizioni dichiarative per
- qualità: possono essere affermative o negative
ESEMPIO: "tutti gli uomini sono razionali" e "nessun uomo è razionale";
- quantità: possono essere universali o particolari
ESEMPIO: "tutti gli uomini sono razionali" e "qualche uomo è razionale".

La tabella riepilogativa della proposizione dichiarativa è la seguente, con alcuni esempi:
Universale affermativa: "tutti gli uomini sono razionali";
Universale negativa: "nessun uomo è razionale";
Particolare affermativa: "qualche uomo è razionale";
Particolare negativa: "qualche uomo non è razionale".

Inoltre, Aristotele sostiene che 
- sono "proposizioni contrarie" la "proposizione universale affermativa" e la "proposizione universale negativa": in virtù della loro opposizione, non possono essere entrambe vere, ma possono essere entrambe false; 
- sono "proposizioni contraddittorie" la "proposizione universale affermativa" e la "proposizione particolare negativa": non possono essere né entrambe vere né entrambe false (se una è vera, l'altra è falsa e viceversa);
- sono "proposizioni sub-contrarie" la "proposizione particolare affermativa" e la "proposizione particolare negativa": possono essere entrambe vere ma non entrambe false;
- sono "proposizioni subalterne" la "proposizione universale affermativa" e la "proposizione particolare affermativa"; oppure la "proposizione universale negativa" e la "proposizione particolare negativa".
Alcuni logici medioevali hanno costruito uno schema che hanno chiamato "quadrato degli opposti" (edere a pag. 255)

Ragionamento
Sillogismo

Tutti gli uomini sono mortali                                       Tute le cose verdi sono vegetali
Socrate è uomo                                                         Tutte le rane sono verdi
Socrate è mortale                                                      Tutte le rane sono vegetali
                                                                                      
 


Il sillogismo è il ragionamento per eccellenza, è una forma di ragionamento deduttivo composto da 3 proposizioni collegate da termini in comune. (In un discorso, poste alcune premesse, segue necessariamente una deduzione). 
Le 3 proposizioni del sillogismo sono:
- premessa maggiore;
- premessa minore;
- conclusione.
Ma andiamo per gradi e facciamo un esempio (che non è proprio di Aristotele, ma dei logici del Medioevo):
"Tutti gli uomini sono mortali": premessa maggiore;
"Socrate è uomo": premessa minore;
"Socrate è mortale": conclusione.
Le 2 premesse hanno
- un termine comune detto MEDIO, che è uomo, che nella premessa maggiore è soggetto e nella premessa minore è nome del predicato (predicato nominale);
- due termini ESTREMI: ESTREMO MAGGIORE, "mortali" che nella premessa maggiore è predicato nominale, e ESTREMO MINORE, "Socrate", che nella premessa minore è soggetto. 

N.B. Il sillogismo non è né vero né falso ma solo coerente o incoerente: tutto dipende dalle premesse.
Infatti se io dico:
"Tutte le cose verdi sono vegetali"
"Tutte le rane sono verdi"
La conclusione è "Tutte le rane sono vegetali".
In questo esempio il sillogismo non è sbagliato, ma sono sbagliate le premesse!
Dunque, un sillogismo può essere valido, ma falso!
La verità di un sillogismo dipende dalla verità delle premesse. Se le premesse sono vere allora il sillogismo è scientifico, apodittico (dal greco ἀποδεικτικός "dimostrativo").
Se le premesse sono opinioni, allora il sillogismo è probabile, dialettico.
Ma da dove deriva la verità delle premesse?
Su questo argomento Aristotele non è chiarissimo e comunque parla sia di 3 principi, o assiomi, che garantiscono la validità della premesse, sia di definizioni che deriverebbero dall'intelletto.
I 3 principi sono
- il principio di identità (a=a: il soggetto rientra nel predicato);
- il principio di non contraddizione (a non può essere non-a: soggetto e predicato non devono contraddirsi);
- il principio del terzo escluso (una cosa o è a oppure è non-a: non può esservi una terza possibilità).

DIGRESSIONE
Applichiamo il pensiero di Aristotele agli strumenti quotidiani del COMUNICARE:
Il discorso persuasivo ha 3 componenti:
il logos
l'etos
il patos.
Il logos riguarda il discorso: i mezzi da utilizzare, per raggiungere lo scopo, e lo scopo da raggiungere;
l'etos riguarda il valore della persona che parla;
Il patos è la partecipazione emotiva.


CAPITOLO 3
FISICA PSICOLOGIA E GNOSEOLOGIA (da pag. 280 a pag. 294)

FISICA: COSMOLOGIA (da pag. 280 a pag.283)
Il mondo, finito e chiuso, è fatto da 8 sfere concentriche l'una dentro l'altra, intese come qualcosa di solido in cui sono incastonate le stelle e i pianeti. L'ultima sfera, quella esterna, è la sfera delle stelle fisse oltre la quale non c'è nulla, neanche il vuoto (che non esiste). (Vedere, nella prima foto, le stelle fisse disegnate sulla sfera esterna).

La terra è al centro del mondo ed è formata dai 4 elementi terra acqua aria fuoco: è detta zona sublunare ed è corruttibile. Il movimento è rettilineo: quello della terra e dell'acqua è dall'alto verso il basso mentre il movimento dell'aria e del fuoco è dal basso verso l'alto.

Tutto il resto è detto zona sopralunare, incorruttibile e perenne (ossia tutte le sfere concentriche, ma anche le stelle e i pianeti; i pianeti sono incastonati nelle sfere) ed è costituita da etere: le sfere sono più trasparenti perché l'etere delle sfere è più rarefatto, invece l'etere delle stelle è meno rarefatto).   





 
Il mondo sensibile è fatto da sostanze composte di materia e forma, e divenienti.
Le sostanze corporee
1) sono collocate in uno spazio finito dove il vuoto non esiste (Argomentazioni:
a) lo spazio non è concepibile come realtà a sé stante perché è sempre "luogo di qualcosa"; può essere concepito come un recipiente, come un vaso; 
b) "è infinito ciò che manca di qualche cosa, ossia ciò a cui può essere sempre aggiunto qualcosa di nuovo. Invece il mondo non manca di nulla"; dunque, non possono esistere altri mondi oltre al nostro;
c) Nell'infinito non possono esistere né un centro né un alto, quindi nessuna realtà fisica è infinita;
2) divengono nel tempo che è infinito (tutte le cose divengono secondo un prima e un dopo);   
3) sono in un mondo che è eterno (non ha avuto principio e non avrà fine).


RIPASSO
Come fondamento della concezione fisica del mondo, Aristotele pone la dottrina dei 4 elementi più uno: 
terra
acqua
aria
fuoco.
I 4 elementi sono dotati di moto rettilineo: dall'alto verso il basso (la terra e l'acqua) e dal basso verso l'alto (aria e fuoco).
Il quinto elemento è l'etere (che garantisce la costante perennità dei moti). Di etere sono composte sia le sfere celesti che gli astri (le stelle e i pianeti). L'etere della stelle e dei pianeti è più denso, è meno rarefatto e diafano. Per questo le stelle e i pianeti vengono percepiti, mentre le sfere sono trasparenti.

Il mondo è diviso in 2 zone:
- La zona dei 4 elementi detta sublunare che si trova al di sotto della luna, è dotata di moto rettilineo ed è corruttibile;
- La zona dei cieli dotata di moto circolare e incorruttibile. Le sfere celesti si muovono attorno alla terra in modo circolare. 

Tuttavia, esistono dei moti contrari alla natura, detti violenti. Esempio: il moto della pietra lanciata verso l'alto. E' l'aria l'azione portante della pietra. Quando questa azione portante cessa, la pietra cade. Di qui la conclusione della negazione del vuoto.

Lettura tratta dal testo "Storia della filosofia" volume 1, A. ADORNO, T. GREGORY, V. VERRA, pag 188




PSICOLOGIA E GNOSEOLOGIA (da pag. 284 a pag. 286)
L’anima
La psicologia è quella parte della fisica che studia la psyché, cioè l’anima, intesa come forma del corpo, e indissolubile da esso.

A differenza di Platone, corpo e anima interagiscono tra loto.
Secondo Aristotele l'anima ha 3 funzioni:
- vegetativa (presiede alla nutrizione, alla crescita e alla riproduzione) che è propria delle piante;
- sensitiva (che presiede alla sensibilità e al movimento) che è propria degli animali, che hanno anche la funzione vegetativa; 
- intellettiva (che include l'intelletto attivo e l'intelletto passivo, cioè presiede alle immagini, alla memoria e al pensiero) che è propria degli uomini, che hanno anche la funzione vegetativa e la funzione sensitiva.

 
Sensibilità, immaginazione e intelletto
Secondo Aristotele il processo della conoscenza prende avvio dall'esperienza sensibile: procede dalle sensazioni alle immagini e alla memoria, e giunge ai concetti e ai processi del pensiero.
A proposito della sensibilità, Aristotele osserva che, se non ci fossero i sensi, non ci sarebbero neppure gli oggetti sensibili: in altre parole, la sensazione in atto coincide con l’oggetto sensibile (l’udire un suono coincide con il suono udito). Senza la sensazione, tuttavia, gli oggetti sensibili esistono comunque in potenza.
Oltre ai cinque sensi, Aristotele identifica un senso comune che costituisce la coscienza della sensazione (il sentire di sentire).
Il processo di apprendimento è un processo di induzione, che segue il percorso dal particolare all'universale, dal concreto all'astratto, dal sensibile al mentale. 
Secondo Aristotele esiste una facoltà intermedia tra la sensibilità e l'intelletto: è l'immaginazione. Essa produce, evoca o combina immagini, e fornisce immagini generali o rappresentazioni schematiche che costituiscono gli antecedenti dei concetti.

NB
Esempio: attraverso i nostri organi di senso vediamo e tocchiamo un certo numero di sedie, ne ricaviamo delle immagini, infine, con la ragione, estraiamo da queste immagini il concetto di sedia.



CAPITOLO 4
ETICA E FELICITA', AMICIZIA, POLITICA, ESTETICA E POETICA (da pag. 296 a pag. 307)

ETICA E FELICITA'(da pag. 296 a pag. 300) 
Esistono 2 tipi di virtù: etiche e dianoetiche.
Le prime riguardano la condotta e il costume dell'uomo.
Non esistono norme etiche valide per sempre; sono un'attitudine e non sono insegnabili. Esse consistono nella disposizione a scegliere il giusto mezzo. Il giusto mezzo esclude i due estremi dell'eccesso e del difetto.
Le seconde riguardano l'attività dell'intelletto come capacità di realizzare il fine ultimo dell'uomo come intelligenza, che non è il denaro, o il piacere, o il successo che sono esteriori all'uomo. Il fine ultimo è realizzare ciò che di più proprio abbiamo come uomini, ed è questa la felicità: la realizzazione, da parte di ogni essere, della propria natura
Le virtù dianoetiche sono l'intelligenza, la scienza, la sapienza. La sapienza costituisce il grado più alto della conoscenza e la felicità più alta per l’uomo.

AMICIZIA (da pag. 300 a pag. 302)
Secondo Aristotele l’amicizia (philía), intesa nell'accezione più vasta del termine, ossia come comprendente tutti i sentimenti di affetto e di attaccamento verso gli altri, può essere fondata sull'utile, sul piacere o sul bene. Di queste tre specie di amicizia Aristotele privilegia la terza, poiché solo in essa l’amico è amato per se stesso e non per qualche motivo contingente. L’amicizia di questo tipo è assai rara.

POLITICA (da pag. 302 a pag. 304)
In Aristotele si individuano 2 prospettive politiche:
- la prima si occupa della forma che dovrebbe avere lo Stato ideale;
- la seconda, di epoca posteriore, con un disegno più realistico, si occupa di uno Stato possibile.
A differenza di Platone, Aristotele rivendica:
il valore affettivo della famiglia;
la proprietà privata;
il diritto alla partecipazione diretta alla vita politica.
A differenza di quanto teorizzato da Platone, che riteneva necessaria una specializzazione delle funzioni di classi distinte, Aristotele ritiene preferibile il criterio della partecipazione differenziata per età, in modo che i giovani servano prima nell'esercito e quindi, diventati adulti e assennati, accedano al governo e alle varie magistrature, fino a poter entrare, in età avanzata, nella casta dei sacerdoti.
Mentre Platone aveva teorizzato 3 regimi LEGALI, e altrettanti ILLEGALI (quando a governare è uno solo, si ha la monarchia, se il governo è regolato dalla legge; e la tirannide, se il governo è in preda all'arbitrio; quando a governare sono pochi, si ha l'aristocrazia, se il governo è regolato e affidato ai migliori; e l'oligarchia, se retto dai più ricchi; quando a governare sono molti, si ha la democrazia moderata, se il governo è rispettoso della legalità; e la democrazia  estrema, se il governo è affidato all'arbitrio), Aristotele non adotta il principio di LEGALITA' ma il principio del BENE COMUNE: così, la Costituzione realisticamente possibile è una costituzione mista che persegue il giusto mezzo tra oligarchia e democrazia.
Inoltre, Aristotele illustra le condizioni che consentirebbero a ogni tipo di governo di raggiungere la propria forma migliore. Esse sono: l’attenzione alla prosperità materiale e alla vita virtuosa dei cittadini, un numero contenuto di abitanti, una posizione geografica favorevole, un’indole coraggiosa e intelligente dei cittadini, una distribuzione delle funzioni secondo le classi e l’anzianità dei cittadini, un’educazione adeguata e uguale per tutti.

BELLEZZA E ARTE (da pag. 304 a pag. 306)
La bellezza
La bellezza di una cosa, secondo Aristotele, risiede nella sua adeguatezza a realizzare il proprio scopo, ossia la propria forma. Non si tratta perciò solo di un insieme di tratti esteriori, ma del raggiungimento armonioso del fine per cui una certa cosa esiste. Mentre i prodotti artistici devono “inventarsi” il loro fine, negli enti naturali il fine coincide con lo stato adulto.
La bellezza presenta due caratteristiche fondamentali: 
l’ordine, che consiste nella corretta disposizione delle parti di un oggetto, e la misura, che consiste nell'adeguatezza delle dimensioni delle componenti dell’oggetto.

L'arte
Per Aristotele l’arte è imitazione, che può essere realizzata con mezzi diversi (dalla pittura alla scultura, alla musica) e che può avere oggetti diversi (nel caso della poesia possono essere persone "superiori" oppure "comuni").
Nella parte della Poetica che è giunta fino a noi, Aristotele si sofferma sulla tragedia, chiarendo come essa abbia per oggetto il verosimile, cioè qualcosa di analogo agli universali che sono oggetto della scienza. 
In virtù di questa universalità del suo oggetto, l’arte non si riduce a puro gioco formale, ma si configura come rappresentazione dell’essenza delle cose, rivelando pertanto un’importante funzione conoscitiva, alla quale, nel caso specifico della tragedia, si aggiunge una funzione catartica, poiché l’azione drammatica ha un effetto liberatore sull'anima degli spettatori.
Compito della poesia non è quello di descrivere cose accadute (che è storia) ma cose che possono accadere.
Aristotele teorizza 3 unità da rispettare nella tragedia: di tempo (l'azione deve avere inizio e fine nello stesso giorno), di luogo (deve svolgersi in uno stesso luogo), di azione (deve svolgersi attorno a un unico tema centrale).  




LEGGERE DA PAG. 310 A PAG 311, SULLA FELICITA'

VERIFICA

Cognome e nome
Classe III A, III O, III N
Data  10 aprile 2017 III A
Data  4 maggio 2017 III O
Data   2 maggio 2017 (da casa) III N


 


Dal POF, sul sito del liceo:
1) Comprensione complessiva (3,2,1 / 15);
2) Analisi formale e stilistica (4,3,2,1 / 15);
3) Riflessione, elaborazione e giudizi. Elementi di contestualizzazione (4,3,2,1 / 15);
4) Correttezza espressiva, proprietà lessicale e capacità comunicative (4,3,2,1 / 15).
10   9,3   8,6   8   7,3   6,6   6   5,3   4,6   4   3,3   2,6   2   1,3   0,6  








Lavori presentati dagli studenti nell'a.s. 2017/2018

La filosofia di Aristotele, a cura della studentessa A. a.s. 2017/2018, presentata alla classe, in PowerPoint, il 22 febbraio 2018

         

             

           

            

      



La filosofia di Aristotele, a cura della studentessa F. C a.s. 2017/2018, presentata alla classe, in PowerPoint, il 23 marzo 2018

        

          

          



La filosofia di Aristotele, a cura delle studentesse O. e P. a.s. 2018/2019, presentata alla classe, in PowerPoint, il 12 marzo 2019

         

           

   

La filosofia di Aristotele, a cura della studentessa D.M. 2018/2019, presentata alla classe, in PowerPoint, il 12 marzo 2019

        

           

         

    



La filosofia di Aristotele, a cura della studentessa O.P., a.s. 2018/2019, presentata alla classe, in inglese, il 19 marzo 2019

Aristotle 
Aristotle is with no doubt one of the most influential thinkers in history. His influence has been so great that he has been given prestigious nicknames such as the “master of those who know”, “the wise”, the “first teacher”. He considers humans as animals which want explanation of things in the world. He was born in 384 B.C. in Stagira, in the northern Greece. He lived in a period of history in which Athens in in crisis and there is a decrease of the passion for politics but, on the other hand, cognitive and etic interests ripen. At the age of 18 his parents sent him to the Academy of Plato in Athens, where he studied until the death of the master. A few years later he found his own school and he named it “Lyceum” in tribute to Apollo protector of wolves. This school is also called “peripatetic” from a greek word that means “path, route”. This because Aristotle used to walk and debate around the perimeter of the building. During his life he produced lots of writings and he divided them according to the addressee. Those that were dedicated to the outsiders of the school were called “exoteric”, from the greek “exo” as “outside”. Unfortunately they are all lost now. The reminder were written for the students of the school and so called “esoteric” from “eso” as “inside”. After the death of Aristotle, the latter have been collected under the name of “Corpus Aristotelicum” but they don’t follow the true  chronological order. The topics discussed are several: the collection starts with the  “Organon”, which contains the production about logic, physics, mathematics, psychology, natural science, etic, politics, oratory, economics. The most relevant are 14 books that talk about the philosophy which studies being. Around 40-20 B.C. the roman Livio Andronico rediscovered them and named them “Metaphysics”, because they came after the  writings of physics. With Aristotle, philosophy is considered as a science itself and includes different science:
-“Teoretic Science”: the aim is the knowledge and the study of being;
-“Practical Science”: it studies human actions;
-“Poietic Science”: it concerns the production of objects.
In Metaphysics writings this philosophy is considered as the upper of all science. It deals with realities which exist above the physics ones and, in particular, it considers being as being and being as God. With the term “being”, Aristotle means a reality with many meanings such as: substance, category, accident, output and act, sinolo of matter and shape. The output is the possibility for the matter to take a particular shape. Act, instead, is the realization of that possibility and it always includes both matter and shape, in a “sinolo” (from the greek words “sin=with” and “olos=everything”). Even if Aristotle was a pupil of Plato, they have differents ideas. Whereas Plato considers philosophy as a mean to reach a target (in his case the good government), Aristotle thinks that it is an unbound knowledge from reality. Finally, there are some facts about him that almost none knows. First of all he was the tutor of Alexander the Great; then he died in exilie because, during the crisis in Athens, he was afraid to die like Socrates.


ARISTOTELE
Aristotele è senza dubbio uno dei più influenti pensatori della storia. La sua influenza fu talmente forte che questo filosofo ha ricevuto molti soprannomi quali: il “maestro di coloro che conoscono”, il “saggio” e il “primo filosofo”.
Nasce nel 384 a.C. a Stagira, nella penisola Calcidica a nord della Grecia. Insieme a Platone e Socrate è considerato uno dei padri del pensiero filosofico occidentale. Vive in un periodo di profonda crisi per Atene, nel quale viene meno la passione per la politica mentre maturano gli interessi conoscitivi ed etici. All'età di 18 anni, i genitori lo mandano a studiare all'Accademia di Platone ad Atene, dove rimarrà fino alla morte del maestro. Una decina di anni più tardi, fonda anch'egli una scuola e la chiama “Liceo”, in onore di Apollo Licio protettore di lupi. La sua scuola è detta anche “peripatetica”, dal greco “percorso”, in quanto Aristotele amava passeggiare e discutere intorno al perimetro dell’edificio. Durante la sua vita ha prodotto una notevole quantità di scritti, e li ha divisi in base al destinatario. Quelli dedicati alle persone esterne alla scuola sono detti “essoterici”, dal greco “exo” cioè “fuori”. I restanti costituiscono quelli “esoterici”, dal greco “eso” come “dentro” e destinati agli studenti della sua scuola. Alla morte di Aristotele, questi ultimi sono stati raccolti sotto il nome di “Corpus Aristotelicum” ma non seguono il reale ordine cronologico. Gli argomenti trattati sono svariati: ad aprire la raccolta c’è l’ “Organon”, che comprende le produzioni di logica; seguono gli scritti di fisica, matematica, psicologia, scienze naturali, etica, politica, retorica, poetica, economia. I più rilevanti sono 14 libri che trattano di “filosofia prima”, ovvero quella filosofia che studia l’essere. Intorno al 40-20 a.C. il romano Livio Andronico li riscopre e li nomina “Metafisica” poiché venivano cronologicamente dopo gli scritti di fisica. Con Aristotele, la filosofia è considerata una scienza in sé per sé e non più come ascesi dell’anima alle idee iperuranie di Platone. Questa scienza è ben ramificata e comprende le Scienze Teoretiche, che hanno come scopo la conoscenza e lo studio dell’essere. Esse dunque sono composte dalla filosofia prima, dalla fisica che studia l’essere in quanto divenire e dalla matematica che studia anch'essa l'essere ma inteso come quantità. Seguono le Scienze Pratiche, che studiano l’agire umano e comprendono l’etica e la politica; infine troviamo le Scienze Poietiche, dal greco “poièo” cioè “faccio, creo”, riguardanti la produzione degli oggetti e di cui fanno parte la poesia e l’arte in generale. Negli scritti di “Metafisica” la filosofia prima è considerata la più alta tra le scienze. Essa si occupa delle realtà che stanno al di sopra di quelle fisiche e, in particolare, indaga sull'essere in quanto essere e l’essere come sostanza divina quale Dio. Con il termine “essere” Aristotele indica una realtà “polivoca”, cioè con vari significati quali: sostanza, categoria, accidente, potenza e atto, sinolo di materia e forma. L’essere come potenza e atto implica il concetto del “divenire”, da un certo tipo di essere a un altro. La potenza indica la possibilità della materia di assumere una determinata forma. L’atto, invece, è la realizzazione di tale possibilità che Aristotele chiama anche “entelechìa”. Dire “potenza e atto” è sinonimo di “materia e forma” in quanto la materia in grado di acquisire forma è potenza, mentre la forma  capace di determinare la materia è atto. Per Aristotele esiste solo la realtà tangibile, e in questa non esistono né la forma né la materia in modo separato, perché la realtà è sempre “sinolo” (dal greco “sin=con” e “olos=tutto”) di materia e forma. Aristotele, pur essendo stato allievo di Platone, non condivide le medesime idee del maestro. Mentre Platone considera la filosofia come un mezzo per raggiungere uno scopo (nel suo caso il buon governo); Aristotele, al contrario, la concepisce come una conoscenza disinteressata e slegata dalla realtà. Tra alcune curiosità su Aristotele ricordiamo il fatto che fu precettore del ragazzino che sarebbe diventato Alessandro Magno, e il fatto che morì in esilio. Questo perché, durante la crisi di Atene, aveva avuto il timore di morire come Socrate.


La filosofia di Aristotele, a cura della studentessa G.M. 2018/2019, presentata alla classe, in PowerPoint, il 19 marzo 2019

              

                

                  

      

Crea un sito Web gratuito con Yola